La Parola che conta: Domenica 25 settembre 2022 (rito ambrosiano, C)

IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

LETTURA Pr 9, 1-6
Lettura del libro dei Proverbi

La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza».

SALMO Sal 33 (34)

Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R

EPISTOLA 1Cor 10, 14-21
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Miei cari, state lontani dall’idolatria. Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l’altare? Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.

VANGELO Gv 6, 51-59
 Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

La prima lettura ci riferisce l’invito della sapienza che, come una persona, opera e agisce concretamente svolgendo alcune operazioni: costruirsi la casa, intagliarsi sette colonne… il tutto per invitare al suo banchetto gli esperti perché abbandonino l’inesperienza e vivano solcando la via diritta dell’intelligenza. Possiamo riconoscere in tale richiamo l’opera incessante della Trinità che nella Chiesa chiama, raduna, istruisce e guida.

Paolo nel brano della prima lettera ai Corinzi esorta a stare lontani dall’idolatria e prende come metro di paragone il calice della benedizione e il pane spezzato: essi sono “comunione con il corpo di Cristo”. L’Apostolo conclude: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane”. Idolatria sarebbe nutrirsi di vittime sacrificali come faceva l’Israele secondo la carne: Paolo chiede ai fedeli di compiere il passo della fede che porta oltre tutto questo e che inserisca nella comunione portata, voluta e garantita da Gesù stesso. L’unico culto e l’unica adorazione è al Signore Gesù e, attraverso di Lui, a Dio Padre nello Spirito santo.

Siamo di fronte a uno dei grandi discorsi di Gesù e ad una delle sue definizioni: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. I Giudei non comprendono questo parlare perché chiede una vera conversione, un cambiamento radicale riportando tutto al Signore e Padre che, nel Primo testamento, aveva annunciato l’arrivo di un Messia che avrebbe invitato al banchetto di nozze dell’Agnello. La Scrittura è piena di immagini sponsali, di festa dei banchetti come immagine concreta del rapporto tra Dio e il suo popolo: non è così difficile comprendere la parola di Gesù se si fa memoria di tutto questo. Ma ci vuole un cuore disponibile all’ascolto e all’accoglienza di questa Verità di Dio rivelata in Gesù: solamente un discepolo del regno è capace di “arrendersi” a questo dono del Pane e del Vino, corpo e sangue di Cristo per la vita e per la vita eterna.

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