La Parola che conta: giovedì 30 ottobre 2025 (rito ambrosiano)

Giovedì della settimana della I Domenica dopo la Dedicazione

LETTURA Ap 6, 12 – 7, 3
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

In quel giorno. Vidi, quando l’Agnello aprì il sesto sigillo, e vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi. Il cielo si ritirò come un rotolo che si avvolge, e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: «Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché è venuto il grande giorno della loro ira, e chi può resistervi?». Dopo questo vidi quattro angeli, che stavano ai quattro angoli della terra e trattenevano i quattro venti, perché non soffiasse vento sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. E vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».

SALMO Sal 67 (68)

Il nostro Dio è un Dio che salva.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio. R

I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza. R

Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.
Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni. R

Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi. R

VANGELO Mt 19, 27-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Pietro disse al Signore Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Ricordo che il contesto della visione di Giovanni è di rivelazione di Dio e della sua volontà: anche il sesto sigillo, dopo la “pausa” dai guai con il giudizio annunciato dal quinto, è portatore di sconvolgimenti grandi e pericolosi tanto da suscitare in ogni uomo il desiderio di scomparire per non essere al cospetto del giudizio di Dio; ma questo giudizio è giusto e misericordioso e attende che l’opera si compia con l’impressione del sigillo sulla fronte dei servi di Dio ossia di coloro che sono stati perseveranti nella fede e hanno testimoniato anche con il martirio il loro credere nel Dio di Gesù Cristo.

La domanda di Pietro è rivolta al futuro: la scelta di lasciare tutto e seguire Gesù ha delle “conseguenze”? Il Signore risponde alla domanda soddisfando la richiesta del primo degli Apostoli indicando nel ritorno glorioso del Figlio dell’uomo l’essere associati a Lui nell’opera del giudizio; ma non è finita perché Gesù apre gli occhi a riconoscere che anche nel presente c’è una ricchezza che non viene meno, quella di una fraternità e di una condivisione che possono non avere limiti, a patto che si lasci agire ed ispirare lo Spirito nella propria vite e nella vita del mondo.

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