La Parola che conta: Lunedì 6 marzo 2023 (rito ambrosiano)

Lunedì della II settimana di Quaresima

GENESI 12, 1-7
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso.

SALMO Sal 118 (119), 25-32

Beato chi cammina nella legge del Signore.

La mia vita è incollata alla polvere:
fammi vivere secondo la tua parola.
Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti. R

Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.
Io piango lacrime di tristezza;
fammi rialzare secondo la tua parola. R

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi. R

Ho aderito ai tuoi insegnamenti:
Signore, che io non debba vergognarmi.
Corro sulla via dei tuoi comandi,
perché hai allargato il mio cuore. R

PROVERBI 4, 10-18
Lettura del libro dei Proverbi

Ascolta, figlio mio, e accogli le mie parole e si moltiplicheranno gli anni della tua vita. Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine. Quando camminerai non saranno intralciati i tuoi passi, e se correrai, non inciamperai. Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita. Non entrare nella strada degli empi e non procedere per la via dei malvagi. Evita quella strada, non passarvi, sta’ lontano e passa oltre. Essi non dormono, se non fanno del male, non si lasciano prendere dal sonno, se non fanno cadere qualcuno; mangiano il pane dell’empietà e bevono il vino della violenza. La strada dei giusti è come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio.

VANGELO Mt 5, 27-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna».

La fede dona un orizzonte largo, proprio come descritto e narrato magistralmente dal testo della Genesi che riporta la missione affidata da Dio Ad Abramo ordinandogli di partire dalla sua terra per diventare moltitudine e benedizione per ogni famiglia e ogni popolo.

Camminare in orizzonti ampi con la certezza della guida e dell’insegnamento del Signore: è questo che ci ricorda il testo dei Proverbi laddove dice: “Ascolta, figlio mio, e accogli le mie parole e si moltiplicheranno gli anni della tua vita. Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine”.

La fede dunque ha le sue esigenze e Gesù le esplicita molto bene quando parla di desiderio e di cuore: per la Bibbia il cuore è tutto l’uomo e proprio lì si gioca il motore di tutto (pensieri, parole, opere, desideri…). Essere attenti a noi stessi non è, però, ripiegarsi, semmai essere aperti all’azione dello Spirito di fortezza e di santità per rimanere nell’orizzonte ampio della fede e sotto la guida sapiente del Maestro interiore (così viene chiamata la coscienza da sant’Agostino).

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