La Parola che conta: lunedì 6 ottobre 2025 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della VI Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Memoria facoltativa di san Bruno, sacerdote

EPISTOLA 1Tm 1, 12-17
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

SALMO Sal 138 (139)

La tua mano è su di me, o Signore.

Intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile. R

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia. R

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro
i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno. R

VANGELO Lc 21, 5-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

“Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io”: è una professione di fede e una testimonianza potente quella che Paolo ci offre per mezzo della prima lettera a Timòteo. L’Apostolo non ha paura ad esporsi e a parlare della sua esperienza di conversione grazie all’opera diretta di Gesù che lo ha chiamato a cambiare vita perdonando i suoi peccati: la grandezza di quanto gli è successo stupisce anche noi perché, in maniera differente a seconda delle circostanze in cui viviamo, anche noi siamo toccati dalla stessa Parola di Gesù che ci chiama alla conversione e perdona i nostri peccati, per esempio attraverso il ministero della Chiesa.

Ai tempi di Gesù il contesto culturale era segnato dall’apocalittica, cioè dalla tensione riguardo il futuro e “le cose ultime” come la ricapitolazione del mondo e la venuta del Messia liberatore: Gesù, ascoltando l’elogio della bellezza e della grandezza dell’edificio del tempio, ne approfitta per rivelare ciò che aveva già detto alla donna del pozzo, alla Samaritana, e che cioè non saranno importanti le pietre o o luoghi nell’adorare il Padre perché occorre adorarlo in spirito e verità; questo può essere il significato dell’avvertimento di Gesù, cioè quello di non attaccarsi alle cose concrete, fosse anche il tempio, e nemmeno ai falsi profeti che verranno annunciando la fine o di essere loro il messia attesa: è Gesù l’àncora di salvezza alla quale rimanere aggrappati.

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