La Parola che conta: Lunedì della 5° settimana di Quaresima (rito ambrosiano) 30/3/2020

Lunedì della V settimana di quaresima

GENESI 37, 2a-b; 39, 1-6b
Lettura del libro della Genesi

Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli. Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l’avevano condotto laggiù. Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone. Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva. Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna. Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava.

SALMO Sal 118 (119), 121-128

Beato chi cammina nella legge del Signore.

Ho agito secondo giudizio e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano gli orgogliosi. R

I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza
e per la promessa della tua giustizia.
Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi decreti. R

Io sono tuo servo: fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
È tempo che tu agisca, Signore:
hanno infranto la tua legge. R

Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero. R

PROVERBI 27, 23-27b
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, preòccupati dello stato del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie, perché le ricchezze non sono eterne e una corona non dura per sempre. Tolto il fieno, ricresce l’erba nuova e si raccolgono i foraggi sui monti; gli agnelli ti danno le vesti e i capretti il prezzo per comprare un campo, le capre ti danno latte abbondante per nutrire te, per nutrire la tua famiglia.

VANGELO Mc 8, 27-33
 Lettura del vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

La storia della salvezza passa attraverso degli episodi non del tutto “ortodossi”: è così per la vicenda del penultimo figlio di Giacobbe, Giuseppe venduto dai suoi fratelli per invidia e così giunto come schiavo in Egitto per salvare quel popolo ed accogliere il suo popolo. E’ così la Provvidenza: non mette in fila degli accadimenti per arrivare a un “risultato” (come ci ha ricordato il nostro Arcivescovo nell’intervista televisiva di qualche settimana fa), ma spinge ciascuno uomo o donna ad essere Provvidenza incarnata nella situazione in cui si trova.

Le raccomandazioni contenute nei pochi versetti dei Proverbi si riferiscono a un tempo e ad un contesto lontano da nostro. Tuttavia possiamo ricavarne una riflessione: preoccuparsi del proprio gregge è lavorare senza sosta perché tutti abbiamo il sufficiente di che vivere, il mantenimento corporale e spirituale, in famiglia così come in una comunità religiosa.

In questa settimana che precede quella Santa ascoltiamo i Vangeli che annunciano, per bocca di Gesù, la sua passione, morte e risurrezione. In questo brano, centro della narrazione di Marco, troviamo la professione di fede di Pietro e il successivo “controrimprovero” di Gesù allo stesso: l’unico modo di riconoscere Gesù e di essere (non solo di fare) una professione di fede vivente è andare dietro a Lui, seguirlo davvero in ogni momento perché possiamo imparare da Lui “l’obbedienza che nasce dall’amore” e quindi pensare secondo il Padre, non secondo il mondo.

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