La Parola che conta: Martedì in Albis (rito ambrosiano) 14/4/2020 – III Giorno dell’ottava di Pasqua

LETTURA At 3, 25 – 4, 10
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro disse al popolo: «Voi, fratelli, siete i figli dei profeti e dell’alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra”. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità». Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila. Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato».

SALMO Sal 117 (118)

Rendete grazie al Signore,
il suo amore è per sempre.
oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R

Il Signore è per me, è il mio aiuto,
e io guarderò dall’alto i miei nemici.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti. R

Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze,
la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze. R

EPISTOLA 1Cor 1, 4-9
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

VANGELO Mt 28, 8-15
✠ Lettura del vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

È irritante parlare di Gesù, della sua opera e del compimento della promessa ricevuta dai Padri per mezzo suo: ma chi si irrita? Certamente non il popolo che, invece, ascolta, osserva e si converte. La franchezza e l’umiltà di Pietro e dei discepoli, che dichiarano la potenza salvifica del nome di Gesù morto e risorto, arrivano a noi e sollecitano la nostra fede e la nostra testimonianza.

Nell’esordio alla prima lettera ai Corinzi Paolo elogia i cristiani per aver ricevuto la grazia di Dio e per averla fatta agire in loro, nella loro vita: tale vita diventa piena, diventa testimonianza vivace, diventa arricchita di doni, diventa salda nella fede e pronta a riconoscere la manifestazione di Gesù.

L’annuncio della risurrezione non si ferma nemmeno di fronte alle menzogne; l’annunzio della risurrezione è portato dalle donne, prime testimoni del sepolcro vuoto e del Risorto, che diventano così discepole del Risorto e aprono strade nuove, proprio come affermato da Papa Francesco. Chissà se anche noi ci fidiamo e ci affidiamo a questo annuncio?

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