La Parola che conta: Sabato 11 marzo 2023 (rito ambrosiano)

Sabato della II settimana di Quaresima

LETTURA Is 31, 9b – 32, 8
Lettura del profeta Isaia

Oracolo del Signore che ha un fuoco a Sion e una fornace a Gerusalemme. Ecco, un re regnerà secondo giustizia e i prìncipi governeranno secondo il diritto. Ognuno sarà come un riparo contro il vento e un rifugio contro l’acquazzone, come canali d’acqua in una steppa, come l’ombra di una grande roccia su arida terra. Non saranno più accecati gli occhi di chi vede e gli orecchi di chi sente staranno attenti. Gli animi volubili si applicheranno a comprendere e la lingua dei balbuzienti parlerà spedita e con chiarezza. L’abietto non sarà più chiamato nobile né l’imbroglione sarà detto gentiluomo, poiché l’abietto fa discorsi abietti e il suo cuore trama iniquità, per commettere empietà e proferire errori intorno al Signore, per lasciare vuoto lo stomaco dell’affamato e far mancare la bevanda all’assetato. L’imbroglione – iniqui sono i suoi imbrogli – macchina scelleratezze per rovinare gli oppressi con parole menzognere, anche quando il povero può provare il suo diritto. Il nobile invece si propone nobili disegni e s’impegna a compiere nobili cose.

SALMO Sal 25 (26)

Signore, amo la casa dove tu dimori.

Scrutami, Signore, e mettimi alla prova,
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
La tua bontà è davanti ai miei occhi,
nella tua verità ho camminato. R

Non siedo con gli uomini falsi
e non vado con gli ipocriti;
odio la banda dei malfattori
e non siedo con i malvagi. R

Giro attorno al tuo altare, o Signore,
per far risuonare voci di lode
e narrare tutte le tue meraviglie.
Signore, amo la casa dove tu dimori
e il luogo dove abita la tua gloria. R

EPISTOLA Ef 5, 1-9
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.

VANGELO Mc 6, 1b-5
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.

Il brano di Isaia annuncia con immagini di giustizia la venuta di un re che regnerà nel giusto e saranno svelate le intenzioni dei cuori così che ognuno si mostrerà per quello che è, non per quello che appare. Interessante anche ciò che viene detto dei volubili: “Gli animi volubili si applicheranno a comprendere e la lingua dei balbuzienti parlerà spedita e con chiarezza”. Davvero saranno tempi nuovi, tempi di luce e di rivelazione.

“Fratelli, fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”: l’esempio dell’amore di Cristo è l’antidoto a una moltitudine di comportamenti e atteggiamenti scorretti nei confronti di sé stessi, del proprio corpo e nei confronti degli altri.

Gesù cerca di annunciare il Vangelo del regno con segni e parole anche tra la sua gente, ma essi sono accecati dal pregiudizio e pensano di conoscere già il loro interlocutore. E’ questa la porta per la mancanza di fiducia e di fede che blocca l’opera di Dio.

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