La Parola che conta: Sabato della settimana della IV Domenica dopo Pentecoste (rito ambrosiano) 4/7/2020

Sabato della settimana della IV domenica dopo Pentecoste

LETTURA Lv 23, 26-32
Lettura del libro del Levitico
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una riunione sacra, vi umilierete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro, poiché è il giorno dell’espiazione, per compiere il rito espiatorio per voi davanti al Signore, vostro Dio. Ogni persona che non si umilierà in quel giorno sarà eliminata dalla sua parentela. Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro io la farò perire in mezzo alla sua parentela. Non farete alcun lavoro. Sarà per voi una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete umiliarvi: il nono giorno del mese, dalla sera alla sera seguente, farete il vostro riposo del sabato».

SALMO Sal 97 (98)
Acclamate al nostro re, il Signore.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani. R
Esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R

EPISTOLA Eb 9, 6b-10
Lettera agli Ebrei
Fratelli, nella prima tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrare il culto; nella seconda invece entra solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per quanto commesso dal popolo per ignoranza. Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era stata ancora manifestata la via del santuario, finché restava la prima tenda. Essa infatti è figura del tempo presente e secondo essa vengono offerti doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, colui che offre: si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni carnali, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.

VANGELO Gv 10, 14-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai farisei: «Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Il giorno dell’espiazione completa e compie il giorno del riposo sabbatico: esso è memoriale perenne della Misericordia di Dio e della continua penitenza dell’uomo che fatica a corrispondere alle esigenze della legge divina.
Il brano della lettera agli Ebrei ci ricorda come i riti e le liturgie caratteristiche del Primo Testamento sono prefigurazione del vero culto introdotto è compiuto da Gesù stesso.
Gesù definendosi buon pastore che dona la vita per le pecore da la forma definitiva di questo sacrificio: esso è dono totale della vita e non solamente offerta di altro rispetto a se stessi.

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