La Parola che conta: Venerdì 20 settembre 2024 (rito ambrosiano)
Venerdì della settimana della III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Santi Andrea Kim Taegon, sacerdote, Paolo Chong Hasang e compagni, martiri
LETTURA Gc 2, 1-9
Lettura della lettera di san Giacomo apostolo
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: Amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene. Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori.
SALMO Sal 81 (82)
Voi siete tutti figli dell’Altissimo.
Dio presiede l’assemblea divina,
giudica in mezzo agli dèi:
«Fino a quando emetterete sentenze ingiuste
e sosterrete la parte dei malvagi?
Difendete il debole e l’orfano,
al povero e al misero fate giustizia!». R
Non capiscono, non vogliono intendere,
camminano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.
Io ho detto: «Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo. R
Ma certo morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti».
Àlzati, o Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti! R
VANGELO Lc 18, 24-27
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Quando il Signore Gesù vide il notabile ricco così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».
La fede retta dà forma alla vita concreta: così il brano della lettera di Giacomo mette in guardia rispetto a un fenomeno umano e mondano che tocca anche chi crede, ossia il favoritismo o la preferenza rivolta al ricco rispetto che al povero. E’ un giudizio morale, questo, fondato sull’insegnamento e sull’esempio stesso di Gesù e della leggere suprema, quella dell’Amore e della carità: “Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?”. Adempiere dunque il comandamento dell’Amore con l’attenzione privilegiata a chi, povero, è parte del nostro mondo e incontriamo: è questo quello che ci fa diventare beati agli occhi del Padre e testimoni veraci agli occhi dei fratelli e delle sorelle.
Anche Gesù esprime un giudizio morale di fronte al rifiuto del ricco, e alla conseguente sua tristezza, di lasciare tutto e di seguirlo: tale giudizio ha la sua radice nella fede che è il rapporto con Lui e attraverso il quale si accedere al Padre per mezzo dello Spirito e dunque a quella vita che è eterna. La difficoltà del ricco sta tutta nel dipendere dai propri beni: per questo è difficile che egli entri nel regno di Dio; non impossibile, però! Perché la salvezza, ecco cosa significa entrare nel regno di Dio, è possibile al Signore e impossibile ai soli uomini. Fiducia nella salvezza, speranza di essa e operare per essa.
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