Omelia nella III Domenica di Pasqua (rito ambrosiano, A) 26/4/2020

Omelia nella III Domenica di Pasqua (rito ambrosiano, A) 26/4/2020

Parrocchia Buon Pastore di Ospitaletto – Cormano (MI) (ai tempi di Covid-19)

(At 19, 1b-7; Sal 106 (107); Eb 9, 11-15; Gv 1, 29-34)

C’è un battesimo di conversione, che prepara all’incontro con Gesù, e un battesimo nello Spirito santo che, invece, porta ad entrare nella comunione di vita del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.

Paolo, apostolo delle genti, ad Efeso dona il secondo battesimo: il tempo del compimento è in atto, la comunità dei credenti cresce e diventa comunità dei discepoli che ricevono lo Spirito santo e sono dunque pronti per testimoniare e proclamare la fede facendosi comprendere dai loro contemporanei.

Questo battesimo ha una “efficacia” diversa perché perfezionato dal sacrificio di Gesù: il dono della sua vita, la sua immolazione, diventano quella nuova alleanza annunciata fin dall’antichità che porta davvero alla salvezza e alla salvezza eterna. Ancora una volta sono le parole della liturgia che spiegano cosa compie il battesimo che noi riceviamo, quel battesimo nella Trinità che ci rende figli di Dio e membri della Chiesa: “Morivo con te sulla croce, oggi con te rivivo. Con te dividevo la tomba, oggi con te risorgo. Donami la gioia del regno, Cristo mio salvatore. Alleluia, alleluia” (antifona allo spezzare del pane, giorno di Pasqua). C’è un prima e un dopo: il prima è l’esperienza della morte, del peccato; il dopo è, invece, l’esperienza dell’incontro con Cristo risorto e la sua grazia. Noi viviamo questo “secondo tempo”, un tempo nascosto agli occhi del mondo e, nello stesso tempo, realmente ed efficacemente presente nell’intimo delle nostre vite.

Ma per poter renderci conto di ciò che si è compiuto in noi abbiamo ancora bisogno di qualcuno che ce lo ripeta, ce lo indichi e ridesti in noi l’impegno di questa rinascita battesimale: abbiamo bisogno ancora di qualche Giovanni Battista che con voce decisa ci indica l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, un Giovanni Battista a noi vicino e familiare, un amico di Dio che vive in prima persona questa realtà nuova della vita di fede. Lo Spirito agisce, è in azione e, come diceva bene il Card. Martini “agisce meglio, prima e più di noi”: chiediamo occhi per riconoscerlo, cuore aperto per riceverlo sempre, vita buona per assecondarlo.

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