Appunti per l’Omelia di domenica 4 giugno 2023, Santissima Trinità (rito ambrosiano, A)

Santissima Trinità

Solennità del Signore

LETTURA Es 3, 1-15
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte». Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».

SALMO Sal 67 (68)

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome.

O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
tremò la terra, i cieli stillarono
davanti a Dio, quello del Sinai,
davanti a Dio, il Dio di Israele. R

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono
le porte della morte. R

Verranno i grandi dall’Egitto,
l’Etiopia tenderà le mani a Dio.
Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore.
Riconoscete a Dio la sua potenza. R

EPISTOLA Rm 8, 14-17
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

VANGELO Gv 16, 12-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Questa domenica celebra la comunione divina che viene a noi nel mistero e nella rivelazione: parla a noi con segni e simboli, ma è anche Presenza reale nella nostra vita e nella vita della Chiesa e del mondo.

Esodo 3, 1-15

Mosè all’inizio della seconda fare della sua vita (quella da profeta di Dio) riceve la rivelazione divina nel contesto in cui vive:

  • pascola il gregge del suocero
  • si avvicina, senza saperlo, al monte di Dio
  • vede qualcosa che lo attira

Anche noi nella nostra storia, nelle nostre cose, incontriamo il Signore, magari senza piena consapevolezza: qualcosa di strano, fuori dal comune ci attira e… ci chiama.

A Mosè Dio si rivela come quello dei suoi Padri, attento alla vita del suo popolo, rivela chi egli E’ e, infine, invia.

Noi crediamo anzitutto in un Dio che chiama, si rivela, è attento e invia.

Romani 8, 14-17

Paolo ci ricorda e ci parla dello Spirito.

Egli ci rende anzitutto FIGLI di Dio e grazie a Lui noi lo chiamiamo PADRE!

Questo ci pone in relazione anche con Gesù, il Figlio per eccellenza: partecipando alle sue sofferenze (cioè offrendoGli le nostre e vivendole con Lui, in Lui e per Lui) noi partecipiamo anche della Sua Gloria (Croce e Risurrezione).

Lo Spirito dunque ci conduce nel cuore del Padre e del Figlio, cuore in comunione, cuore sacro, cuore ferito d’Amore.

Giovanni 16, 12-15

Gesù prepara i suoi, quindi anche noi, alla comunione vera con Lui e il Padre attraverso l’opera dello Spirito.

E come opera lo Spirito?

  • E’ Spirito di verità: guida a tutta la verità di Dio e dell’uomo
  • Non parla da se stesso, la porta la Parola di Dio per annunciare il futuro (il Regno di Dio)
  • Glorifica Gesù perché ci porta Lui stesso per annunciarLo

In SINTESI: celebrare la solennità della Santissima Trinità è celebrare un Dio PER l’uomo, altrimenti non si capirebbe!

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