La Parola che conta: Domenica 16 aprile 2023, II di Pasqua (rito ambrosiano, A)

Domenica in Albis depositis

II di Pasqua

LETTURA At 4, 8-24a
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio.

SALMO Sal 117 (118)

La pietra scartata dai costruttori
ora è pietra angolare.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre». R

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre. R

EPISTOLA Col 2, 8-15
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.

VANGELO Gv 20, 19-31
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Con oggi si conclude l’ottava di Pasqua, considerato unico giorno dalla liturgia (sia ambrosiana che romana).

Il testo degli Atti ci presenta un Pietro assolutamente differente da quello che avevamo conosciuto prima della Pasqua, in particolare nei giorni della passione e della morte di Gesù: ora è un discepolo consapevole, risoluto, pronto a dare la vita per il Signore e Maestro, così come Giovanni e gli altri apostoli. Quale consapevolezza ha acquisito? Quella che è nel nome di Gesù e grazie alla sua opera che si è salvati, perdonati, guariti: Pietro ne sa qualcosa, visto il triplice rinnegamento durante la passione. Solo se si è toccati dalla misericordia divina (tra l’altro oggi è la domenica della della divina misericordia) e dall’Amore di Gesù si può diventare veri discepoli del Risorto. E il testo ci dà anche la “prova del nove”, diciamo, per verificare se davvero si è discepoli del Risorto: suscitare curiosità, simpatia, conversione e fede intorno a noi, proprio come allora hanno suscitato gli Apostoli e i discepoli.

Tradizione umana e tradizione divina: è questo il “binomio” che ci presenta Paolo nella sua lettera ai Colossesi. La prima è alimentata unicamente da filosofia e vuoti raggiri “secondo gli elementi del mondo” e non porta a salvezza; la seconda, invece, è “secondo Cristo”, cioè lo stare con Gesù e la sua potente opera di salvezza che comprende tutte le nostre dimensioni, quelle più interiori ma anche quelle corporali. Con Gesù sepolti nel battesimo, con Gesù risorti mediante la fede, con lui nel perdono e nella salvezza del peccato che provoca la morte. La vera tradizione, quella vivente e nella quale camminiamo è questa seconda, la tradizione apostolica, una delle caratteristiche essenziali della Chiesa: una (in comunione con Dio e tra gli uomini), santa (resa santa dal Signore), cattolica (universale, cioè aperta e non esclusiva o preferenziale) e apostolica (cioè fondata sulla testimonianza ininterrotta del Signore risorto che prede le mosse dagli Apostoli).

Il Vangelo dell’ottavo giorno di Pasqua riprende proprio là dove ci aveva lasciato: “la sera di quello stesso giorno… il primo giorno dopo il sabato”; un giorno segnato da corse, agitazione, stupore, speranze dei discepoli, delle donne, degli apostoli e di una presenza quasi “febbrile” di Gesù risorto. al mattino presto vicino alla tomba con Maria, alla sera nel Cenacolo con i Dieci e sulla strada da Gerusalemme ad Emmaus… è proprio vero che i tempi apostolici, quelli che noi viviamo, sono sempre un cammino, un andare.

Quell’ottavo giorno Gesù torna dai suoi, nel Cenacolo, e ridona quella stessa pace che aveva donato la sera di Pasqua, senza condizioni, gratuitamente; e accoglie la richiesta di Tommaso che vuole vedere, toccare per credere. Colpisce come Gesù risorto abbia su di sé i segni della morte e proprio quei segni, per Tommaso, sono strumento di fede: è come se Gesù dicesse a Tommaso di non preoccuparsi, che lo capisce e che bisogna portare anche le proprie ferite, le proprie morti per riconoscerLo e avere fede in Lui. Stupenda la professione di Fede dell’apostolo: “Mio Signore e mio Dio!”; ancora più bella l’affermazione di Gesù a noi: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. Grazie, Gesù risorto, per questa beatitudine donata a noi: aiuta la nostra incredulità!

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