La Parola che conta: Lunedì 30 ottobre 2023 (rito ambrosiano)

Lunedì della settimana della II Domenica dopo la Dedicazione

LETTURA Ap 10, 1-11
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

In quel giorno. Vidi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube; l’arcobaleno era sul suo capo e il suo volto era come il sole e le sue gambe come colonne di fuoco. Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. Dopo che i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere, quando udii una voce dal cielo che diceva: «Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo». Allora l’angelo, che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la destra verso il cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, che ha creato cielo, terra, mare e quanto è in essi: «Non vi sarà più tempo! Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio, come egli aveva annunciato ai suoi servi, i profeti». Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra». Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».

SALMO Sal 17 (18)

Canterò le tue lodi, Signore, tra le genti.

Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
Abbassò i cieli e discese,
una nube oscura sotto i suoi piedi. R

Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
Si avvolgeva di tenebre come di un velo,
di acque oscure e di nubi come di una tenda.
Davanti al suo fulgore passarono le nubi,
con grandine e carboni ardenti. R

Stese la mano dall’alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
Per questo, Signore, ti loderò tra le genti
e canterò inni al tuo nome. R

VANGELO Gv 14, 12-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti».

Giovanni è invitato a mangiare il “piccolo libro” che ha in mano l’angelo con un piede nel mare e un piede sulla terra: è, probabilmente, il libro delle profezie indirizzato al mondo, un libro dolce nella bocca, dolce da ascoltare e rinfrancante, ma amaro nelle viscere, nella vita richiamata alla necessità di fedeltà a Dio, quella stessa fedeltà tradita dall’uomo di ogni tempo e mai, invece, dal Signore.

Il Vangelo ci ricorda che è sempre questione di fede: “Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre”. Gesù promette, di fronte a una fede convinta in Lui, di inviare l’aiuto e il sostegno dello Spirito che, accolto, permette di essere veri testimoni del suo Amore e della sua forza.

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