La Parola che conta: Martedì 27 dicembre 2022 (rito ambrosiano)

San Giovanni, apostolo ed evangelista

III giorno dell’Ottava di Natale

LETTURA Gv 1, 1-10
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo

Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.

SALMO Sal 96 (97)

I tuoi amici, Signore, contempleranno il tuo volto.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R

EPISTOLA Rm 10, 8c-15
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, questa è la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore! », e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato». Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».

VANGELO Gv 21, 19c-24
✠ Lettura del Vangelo secondo GiovanniIn quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

L’incipit della prima lettera di Giovanni apostolo è un “condensato” della fede vissuta come incontro con la Parola che salva e con il Verbo della vita: Giovanni ha visto, udito, toccato con mano la realtà di Gesù; addirittura è stato chiamato a seguirLo come suo discepolo, apostolo ed ha sperimentato il Suo Amore, il Suo essere luce, il perdono dei peccati e la reale comunione che si sprigiona da questi avvenimenti. Questa è la fede, per Giovanni: luce, liberazione dal male, accoglienza della Parola vivente.

Al centro della fede ci sta il cuore: ce lo ricorda con forza la parola apostolica di Paolo che indica nel centro dell’uomo la vera e decisiva scelta del credere in Gesù come Signore e Salvatore. Potremmo chiederci se davvero nel nostro cuore abita la certezza che Gesù è il nostro Signore; e potremo rispondere con onestà solamente se qualcuno ci ha parlato, testimoniato e portato a Gesù: questa è la vera tradizione della fede!

Giovanni testimonia di se stesso che lo stesso Gesù gli ha chiaramente detto di seguirLo: la fede è questa chiamata a lasciare qualcosa o qualcuno per stare e seguire il Maestro, Gesù riconosciuto come Signore e Salvatore.

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