La Parola che conta: Martedì 30 aprile 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della V settimana di Pasqua

Memoria facoltativa di san Pio V

LETTURA At 22, 23-30
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Poiché i Giudei continuavano a urlare, a gettare via i mantelli e a lanciare polvere in aria, il comandante fece portare Paolo nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagello, per sapere perché mai gli gridassero contro in quel modo. Ma quando l’ebbero disteso per flagellarlo, Paolo disse al centurione che stava lì: «Avete il diritto di flagellare uno che è cittadino romano e non ancora giudicato?». Udito ciò, il centurione si recò dal comandante ad avvertirlo: «Che cosa stai per fare? Quell’uomo è un romano!». Allora il comandante si recò da Paolo e gli domandò: «Dimmi, tu sei romano?». Rispose: «Sì». Replicò il comandante: «Io, questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo». Paolo disse: «Io, invece, lo sono di nascita!». E subito si allontanarono da lui quelli che stavano per interrogarlo. Anche il comandante ebbe paura, rendendosi conto che era romano e che lui lo aveva messo in catene. Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.

SALMO Sal 56 (57)

Sei tu la mia lode, Signore, in mezzo alle genti.
oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora. R

Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà. R
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria. R

VANGELO Gv 10, 31-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Il Signore Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Paolo va incontro all’opposizione e alla persecuzione nel nome di Gesù, proprio come il Maestro aveva preannunciato ai suoi; anche se è risparmiato dai flagelli l’Apostolo viene comunque portato davanti al “tribunale” dei sacerdoti e del sinedrio perché l’autorità civile (quella romana) venga a conoscenza dei fatti: Paolo ha di nuovo l’occasione di rendere testimonianza della propria fede.

Gesù offre la sua testimonianza con parole ed opere che ricede dal Padre e del quale è Figlio e testimone attendibile: questo crea divisione tra quanti non lo accettano e lo vogliono lapidare, pensando che egli bestemmi “facendosi Dio”, e tra quelli che si lasciano interrogare e credono in Lui iniziando così un cammino di sequela.

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